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8 Gennaio 2024
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8 Gennaio 2024

700 anni da Polo Marco, 30 anni di Marcopolo

Nadia Caretti

IN BREVE

In occasione del 700° anniversario della sua morte, un breve riassunto della biografia del mercante e viaggiatore veneziano e la tanto attesa spiegazione del perché la nostra agenzia ha scelto di chiamarsi proprio Marcopolo.

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L’8 gennaio 2024 ricorre il 700° anniversario della morte di un personaggio importantissimo per tanti e imprescindibile per noi: Marco Polo. Per quanto palese, la ragione per cui un’agenzia che ha Marcopolo come ragione sociale e che ha chiamato il suo blog Il Milione ritenga decisamente d’ispirazione la figura del mercante e viaggiatore veneziano, non sempre risulta chiara, soprattutto a chi non ci conosce bene. Proviamo qui a raccontartela, partendo da lontano. Ready?

Le origini di Marco Polo

Nato a Venezia nel 1254, Marco ebbe la fortuna di crescere in un contesto familiare cosmopolita e decisamente particolare. I Polo, infatti, erano una famiglia di commercianti originari della Dalmazia e Niccolò, padre di Marco, e Matteo, suo fratello minore e zio di Marco, possedevano una compagnia commerciale con sede a Costantinopoli.

Proprio da Costantinopoli, nel 1260, Niccolò e Matteo, partirono per una spedizione verso l’Oriente che li avrebbe tenuti lontani da Venezia per ben 9 anni.

Il piccolo Marco, orfano di madre, si ritrovò così solo, a fantasticare sulle mirabolanti avventure che sicuramente stavano vivendo suo zio e il suo papà. E in effetti di avventure mirabolanti si trattava: i Polo, muniti di un carico di pietre preziose destinate ai signori d’Oriente, attraversarono lo stato mongolico dell’Orda d’Oro, le steppe chirgise e l’Asia Centrale fino a giungere a Cambaluc, l’odierna Pechino, dove conobbero Kublai Kan, signore dei tartari e imperatore della Cina. I Polo conoscevano la lingua tartara e passarono parecchio tempo alla corte del sovrano prima di ripartire per Venezia. 

Niccolò e Matteo impiegarono tre anni a ritornare in patria. Marco si era fatto quindicenne.

Il viaggio di Marco Polo verso l'Oriente

Anche se orfano di madre e con il padre lontano, Marco era cresciuto negli agi di una famiglia ricca, che gli aveva permesso di acquisire un’educazione e una cultura che sarebbero state indispensabili per il suo futuro. Quando suo padre e suo zio rientrarono a Venezia, il giovane Marco ascoltò con avidità i loro racconti imprimendosi ogni dettaglio nella memoria. Due anni dopo i due decisero di ripartire e Marco era pronto a seguirli. Iniziò così il suo lunghissimo viaggio, che lo portò a divenire funzionario alla corte del Kan e suo ambasciatore e a trattenersi in Cina per ben 17 anni. Marco divenne così figura cardine per la nascita e lo sviluppo di un rapporto solido di comunicazione e scambi fra l’Oriente e l’Occidente, rapporto basati sul rispetto delle reciproche culture che solo la profonda conoscenza del contesto tartaro acquisita dai Polo poteva rendere possibile. 

Nel 1291 i Polo approfittarono dell’occasione rappresentata dal matrimonio concordato fra la principessa Cocacin e il re di Persia Argon per offrirsi di accompagnare il corteo della sposa e intraprendere così il ritorno verso Venezia. Anche questa volta il viaggio durò 3 anni e e fu colmo di meraviglie, ma anche irto di pericoli, tanto che delle seicento persone facenti parte del corteo nuziale partite dalla corte del Kan, soltanto diciotto riuscirono ad arrivare in Persia.

Miniatura del XV secolo che ricostruisce il momento in cui Marco Polo lascia Venezia 

Il rientro in patria, la prigionia, Il Milione

Marco rientrò a Venezia a quarantun anni, dopo un viaggio che ne era durato ventiquattro. 

In patria non lo attendevano però gloria ed onori, anzi.

Catturato nell’ambito di una battaglia fra flotta veneziana e genovese, Marco nel 1295 venne imprigionato e, probabilmente, condotto nelle prigioni di Palazzo San Giorgio a Genova. Lì conobbe lo scrittore Rustichello da Pisa, suo compagno di cella, e da questo casuale incontro, avvenuto in circostanze tutt’altro che liete, scaturì quello che è da alcuni considerato il primo best seller della storia dell’Occidente, un romanzo di viaggio, mix tra trattato di geografia e antropologia e capolavoro letterario, che ha affascinato, e continua ancora oggi ad affascinare, milioni di lettori.

Da Marco Polo a Marcopolo

Oltre a permetterci di ripassare la biografia di uno dei personaggi più importanti della storia culturale occidentale, questo breve excursus ci è servito per sottolineare alcuni degli elementi che hanno motivato la scelta di chiamare proprio Marcopolo la nostra agenzia. Prima di lasciare che sia il nostro CEO, Maurizio Bazzano, a raccontare l’esegesi ufficiale di questo nome, eccoli riassunti:

  1. la preparazione: alla fine del 1200, un viaggio fino in Cina di ventiquattro anni non si improvvisa. Così come Marco è cresciuto a pane (o sarde in saòr) e racconti di viaggi, così noi siamo partiti da lontano per affrontare il nostro viaggio nel B2B, mescolando la conoscenza del settore manifatturiero con una formazione umanistica;
  2. la curiosità e la voglia di imparare: è vero, c’era possibilità di arricchirsi, ma per affrontare un viaggio rischioso come quello dei Polo servivano ben altre (e più profonde) motivazioni. Una curiosità viva, la voglia di lasciare la propria comfort zone, di mettersi alla prova. e di scoprire luoghi e culture nuovi. Allo stesso modo noi cerchiamo costantemente di spingerci oltre, apprendendo nuovi approcci, applicando nuove tecnologie, addentrandoci in contesti e scenari inesplorati e ad e elevata complessità;
  3. la capacità comunicativa: sì, fu il buon Rustichello a trovare i termini giusti per raccontare l’Oriente e riuscire a catturare l’attenzione di milioni di  lettori e lettrici, ma questo non ti deve ingannare. Per quanto complesso, infatti, affascinare con un testo che descrive mirabolanti avventure, creature magiche e paesaggi straordinari, è meno complicato di riuscire a diventare ambasciatore e uomo di fiducia di un Kan tartaro. Marco Polo studiò la lingua, osservò gli usi e i costumi e i tre Polo riuscirono ad immergersi così profondamente nel contesto della corte di Pechino, da divenire indispensabili, tanto che Kublai “per nulla al mondo l’avrebbe lasciati partire”. Noi ambiamo a divenire per i nostri clienti un partner altrettanto insostituibile. Come? Studiando i loro prodotti, i contesti applicativi, la terminologia tecnica e trasformando ciò che loro desiderano comunicare in contenuti fruibili, piacevoli ed efficaci, che possano essere diffusi in una molteplicità di touchpoint (digitali e non solo).

Ancora non è chiaro?

Ti lasciamo con la riflessione del nostro CEO, che meglio di chiunque altro può esprimere il significato di una scelta compiuta trent’anni fa e che ancora oggi rivendichiamo con orgoglio

“Quando Marcopolo è stata fondata trent’anni fa, la nostra aspirazione era quella di collaborare con aziende multinazionali, un obiettivo che ci ha portato a riflettere sulla figura di Marco Polo, un viaggiatore globale e un simbolo di connessioni tra mondi diversi. Questa ispirazione si riflette nel nostro nome, scelto per evocare le qualità di creatività e curiosità che caratterizzavano le avventure di Marco Polo. La sua fama di esploratore e narratore, immortalata nello sceneggiato televisivo italiano ‘Marco Polo’ – una pietra miliare che ha coinvolto anche la televisione cinese ed è stata esportata in 46 paesi – si allinea perfettamente con la nostra visione di un’azienda innovativa e cosmopolita.

La scelta di scrivere ‘Marcopolo’ ‘tuttoattaccato’ ci distingue, offrendo un tocco creativo e originale, incarnando il nostro spirito di esplorazione e innovazione nel mondo della comunicazione.

In sintesi, il nume tutelare che abbiamo scelto è sicuramente potente e memorabile ma allo stesso tempo pervasivo, ed anche ChatGPT fa fatica a capire che si scrive “tuttoattaccato” e senza maiuscole!

BIBLIOGRAFIA:

Bellonci, M. (1990), Il Milione di Marco Polo. Mondadori.

IMMAGINI:

@ STORICA National Geographic, foto: Album, Miniatura del XV secolo

@pixabay

Nadia_blog

Nadia Caretti

Business Relationships Developer

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