Vi siete mai chiesti perché sempre più persone parlano della “morte” degli hashtag? Ultimamente, abbiamo visto post sui social e letto articoli che suggeriscono che l’era degli hashtag sia finita, ma è davvero così?
La realtà è più complessa. Gli algoritmi delle piattaforme social stanno cambiando, premiando sempre più la qualità dei contenuti e le interazioni genuine piuttosto che l’uso massivo di hashtag. Tuttavia, questo non significa che siano completamente obsoleti: in determinati contesti e con la giusta strategia, gli hashtag possono ancora avere un impatto significativo sulle campagne di marketing. Ma come si è arrivati a questo punto? E come possiamo sfruttarli al meglio oggi?
La storia degli #hashtag
Il primo hashtag fu introdotto su Twitter nel 2007 da Chris Messina, che lo propose come strumento per raggruppare conversazioni e rendere più facile partecipare a dibattiti su argomenti specifici. In poco tempo, gli hashtag si diffusero su altre piattaforme, diventando una parte integrante delle strategie di social media marketing. Instagram fu la piattaforma che più di tutte fece decollare l’utilizzo degli hashtag, permettendo ai brand e agli utenti di aumentare la propria visibilità.
Con il passare degli anni, però, l’uso degli hashtag ha iniziato a cambiare. Se in origine il numero di hashtag influenzava fortemente l’algoritmo, oggi è più importante la loro pertinenza. La crescita delle interazioni organiche, i cambiamenti negli algoritmi e l’aumento di contenuti sponsorizzati hanno portato a una riduzione dell’efficacia degli hashtag generici. Ora, gli utenti e i brand devono pensare in modo più strategico e mirato nel loro utilizzo.
Come usare gli hashtag #oggi
Gli algoritmi dei social media si sono evoluti e, con essi, anche le strategie per usare efficacemente gli hashtag. Ecco dei consigli pratici, piattaforma per piattaforma, per sfruttarli al meglio:
- Instagram, gli hashtag rimangono importanti su Instagram, specialmente per le aziende che desiderano aumentare la loro visibilità. È consigliabile utilizzare 5-10 hashtag per post. Opta per un mix bilanciato tra hashtag di tendenza, popolari e di nicchia, ma sempre pertinenti al contenuto.
- X (ex Twitter), gli hashtag sono nati su Twitter e qui restano essenziali per seguire le conversazioni globali e i trend. Tuttavia, a causa del limite di caratteri, è meglio usarne solo 1-2 per tweet, preferibilmente legati a temi o campagne del momento.
- LinkedIn, è una piattaforma più professionale, e gli hashtag sono usati principalmente per posizionare i post all’interno di conversazioni di settore. Utilizzare 3-5 hashtag rilevanti al settore di appartenenza o alla professione trattata è l’approccio ideale.
- Facebook, qui gli hashtag non sono così efficaci come su altre piattaforme. Tuttavia, per le campagne o nei gruppi, l’uso di 1-2 hashtag può ancora servire a identificare temi specifici.
- TikTok, su questa piattaforma gli hashtag sono fondamentali per la scoperta di contenuti, specialmente in un ambiente fortemente basato sugli algoritmi. Usa 3-5 hashtag per aumentare la possibilità che il tuo contenuto venga trovato nelle tendenze. Assicurati di includere hashtag legati a challenge o trend rilevanti.
Nonostante i cambiamenti nell’uso degli hashtag e le modifiche agli algoritmi, questi strumenti non sono scomparsi, ma si sono evoluti. Ora, la chiave del successo non è usare il maggior numero di hashtag possibile, bensì farlo con cognizione di causa e in maniera coerente con il contenuto che si sta pubblicando. Utilizzare pochi hashtag pertinenti e di qualità, allineati al contenuto e alla piattaforma, può ancora migliorare visibilità e engagement. La vera sfida è individuare gli hashtag più rilevanti e monitorarne l’efficacia, ottimizzando così la propria strategia di social media marketing per raggiungere il pubblico giusto e massimizzare i risultati!