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5 minuti
4 Settembre 2023
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4 Settembre 2023

“Ehi Google, esprimi un desiderio”

Andrea Virzi

IN BREVE

Ahh come passa il tempo. Un giorno stai giocando con i tuoi amichetti al parco e quello dopo Google compie 25 anni! Qualche aneddoto e due cose che forse non sai sul nostro motore di ricerca del cuore.

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Vi capita mai?

Di sicuro sì, capita a tutti, diciamoci la verità: dimenticare i compleanni. Se fosse una skill sarebbe quella con più stelline sul mio CV. La maggior parte delle volte mi ritrovo il giorno dopo a chiamare il cugino/a, zio/a, nonno/a, altro/a di turno per scusarmi della mia sfacciataggine e leggerezza, augurando scherzosamente un buon “secondo giorno di compleanno”. Ogni tanto vengo salvato dal gruppo famiglia allargato su Whatsapp, dove alle 7 del mattino la pro-zia Rosetta (mai vista in vita mia) fa gli auguri al bis-cugino Ezio (mai visto in vita mia) e così io posso accodarmi serenamente con l’emoji di una torta e un pacchetto regalo.

Perché parlo di compleanni e di come sono (siamo, dai) bravo a scordarmene? Perché oggi è il compleanno di un amico da non dimenticare. Uno che è sempre lì per tutti noi. Uno che qualsiasi domanda tu abbia è pronto a rispondere. Quando ti manca la risposta all’ultima definizione di un cruciverba, quando vuoi sapere se D’Annunzio è veramente Abruzzese, quando la versione di latino di Seneca è troppo difficile. Insomma, l’avrete capito, si parla di Google.

25 anni. Se fosse un giovane italiano probabilmente starebbe vivendo in una tenda in qualche parco di Milano, ma per sua fortuna Google nasce nel 1998 a Menlo Park, in California e da una veloce ricerca fatta su Bing, risulta che gli affitti a quei tempi per una camera fossero di circa, rullo di tamburi…non ho trovato niente.

In questo articolo non aspettatevi di trovare date, nomi, eventi e blah blah blah, perché di questi ne trovate quanti ne volete. Quello che voglio fare, invece, è soffermarmi su alcuni aspetti della storia del motore di ricerca che mi hanno particolarmente scioccato (cit Elisa True Crime).

Perchè sempre i garage?

Innanzitutto voglio fare una piccola premessa. E, visto che ho appena detto che nel mio articolo non troverete date, partire dicendo che, quando si parla di Google, le date da ricordare sarebbero due: la nascita dell’azienda (4 settembre 1998) e la nascita del motore di ricerca (27 settembre 1998). Questa premessa ha uno scopo specifico? No, nessuno. Sono solo pignolo.

Andiamo oltre, alla prima cosa che mi ha colpito. L’azienda è stata fondata il 4 settembre. Sapete dove? Esatto. Sembra quasi una regola non scritta tra giovani geni futuri miliardari: “oh raga, o si parte in un garage o qui non se ne fa niente. Sì Jeff, sto guardando te, mi raccomando, neh”.

Menlo Park, California, garage della signorina (ai tempi aveva 30 anni, in realtà non so se fosse o no sposata, ma manterrò signorina se non dà fastidio a nessuno) Susan Diane Wojcicki. Ora vi chiederete, Wojcicki chi?  Semplicemente la geniale persona che, oltre a essere stata il primo responsabile Marketing di Google nel 1999, un giorno scoprì per caso una piattaforma chiamata Youtube e ne propose l’acquisizione da parte di Google nel 2006 (e ne è stata CEO fino al 16 febbraio di quest’anno).

Quindi, tenete a mente: se mai passeggiando per le vie della vostra città vedeste un gruppo di ragazzi armeggiare in un garage, investite subito tutto quello che avete nella loro idea (non come ho fatto io con gli NFT).

Schiusmi, uot das Google min?

Google, che nome affascinante. Oggi siamo così abituati a sentirlo che non ci pensiamo nemmeno, ma che vuol dire?

Prima di tutto vi lascio un’altra piccola curiosità, poi proseguiamo sul significato del nome (questa è una strategia di marketing, il classico “il finale vi lascerà veramente senza parole”, così ora dovete restare con me fino alla fine).  Google.com non è stato il primo dominio ufficiale del motore di ricerca; infatti il progetto nasce come tesi universitaria, ovviamente dei suo fondatori Larry Page e Sergey Brin. L’università è Stanford e quale mai sarà stato il primo dominio del sito? Esatto, un dominio universitario, per la precisione google.stanford.edu. Pensateci, se fosse nato a Torino sarebbe stata una cosa tipo google.unito.edu.

Fine curiosità, torniamo sul nome.

Quindi, Google. Cito Wikipedia, tanto non potrei dirlo meglio (anche perché non credo di aver capito cosa voglia dire): “Utilizzarono un nome già esistente: googol, termine coniato dal nipote del matematico statunitense Edward Kasner nel 1938, per riferirsi al numero rappresentato da 1 seguito da 100 zeri. A Page e Brin sembrò perfetto come metafora della vastità del web”.

Rileggendolo adesso forse l’ho capito, am I a genius?

Don’t be evil

Questa proprio non la sapevo, ma Google ha (anche se ora viene posto in una posizione di rilievo decisamente inferiore) un motto! Si tratta appunto di “Don’t be evil”. E che significa? In realtà non è così difficile da comprendere, significa che il motore di ricerca si impegna a  mantenere un codice di condotta leale verso gli utenti, senza utilizzare i loro dati per scopi malevoli… Sì, Zuckerberg, sto guardando proprio te.

No T-Rex, no party

Vi sarà sicuramente capitato: Internet non va e Google vi restituisce la schermata di errore con il famoso dinosauro pronto a rallegrare l’attesa con un mini-gioco a metà tra Super Mario e Flappy Birds. “Virzo, ma che curiosità è questa?!”. Lo so, lo so, blog readers del mio cuore. La cosa che voglio raccontarvi, infatti, è un’altra: vi siete mai chiesti perché compare proprio un t-rex? Beh, perché presso la sede di Google (il Googleplex) è possibile trovare una replica in bronzo di uno scheletro proprio del noto dinosauro. Se volete saperlo ha anche un nome: Stan!

Google, t’appost?

Questa di sicuro la sanno tutti, ma è bello ogni tanto rinfrescare la memoria. Google ha una serie di parole che, se cercate sul motore di ricerca, restituiranno degli effetti particolari. Eccone la lista completa ad oggi (non vi dico cosa succede, scopritelo da soli):

  • askew
  • Do a barrel roll
  • Blink html
  • Recursion (questa ve la spiego, la pagina vi suggerirà “Forse cercavi: Recursion” e cliccandoci sopra vi darà lo stesso risultato, lasciandovi quindi in un loop)
  • Anagramma (guardate il “forse cercavi” e arrivateci da soli)
  • Bletchley Park (andatevi a leggere il perché, troppo lunga da spiegare)
  • What sound does a dog make
  • Fun Facts (info randomiche)
  • Metronome (per tutti i musicisti là fuori)
  • Festivus (per gli appassionati della serie Seinfeld)
  • Fidget spinner
  • Pacman
  • Solitario
  • roll dice
  • dreidel
  • coin flip

Il primo Doodle della storia

Ok questa è l’ultima, promesso. Allora, tutti noi conosciamo e amiamo i Doodle di Google. Compleanni di personaggi importanti, ricorrenze, eventi unici etc etc. Ogni volta qualche designer dell’azienda americana riesce a tirare fuori modi divertenti e ingaggianti per farci esplorare quelle storie. Ma forse non sapete (io di sicuro non lo sapevo) che il primissimo doodle fu a tutti gli effetti un “chiuso per ferie”. Infatti proprio nell’anno di nascita dell’azienda, i due fondatori erano andati al Burning Man Festival, meta di tanti statunitensi in vacanza, e con quel doodle avvisavano gli utenti di essere impossibilitati a risolvere, in quei giorni, eventuali problemi al server. Una specie di cartello davanti alla saracinesca “torniamo subito”.

Immagine meme saracinesca google

E con questo abbiamo finito, queste sono alcune delle vicende che mi hanno genuinamente interessato e colpito della storia del colosso californiano. Non ci resta altro che augurare a Google un buon compleanno e di soffiare sulle candeline esprimendo un desiderio, chissà che non si avveri: oggi “mi sento fortunato”.

Andrea Virzì
Art Director

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